Cosa dicono gli ultimi dati sull'andamento del mercato del lavoro in Italia

24.03.2023

Venerdì 24 marzo è stata pubblicata la nota di Ministero del Lavoro, Bankitalia e Anpal, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, relativa all'andamento dell'occupazione in Italia nei primi due mesi del 2023. La buona notizia è che tra gennaio e febbraio sono stati creati oltre 100mila posti, al netto delle cessazioni; 22mila di questi nel turismo, specifica il rapporto.

Non mancano però le ombre. Se, da un lato, la crescita dei contratti a tempo indeterminato è un segnale importante (va ricordato che dal 1° ottobre 2022 è tornato pienamente in vigore il decreto Dignità dopo lo stop per la pandemia), dall'altro la nota sottolinea che "la quota di nuovi contratti temporanei sul totale delle assunzioni ha ripreso ad aumentare". Ciò proprio mentre il governo pare intenzionato ad abrogare il DL Dignità per riproporre una versione light del decreto Poletti, permettendo alle imprese di assumere con contratti a termine fino a 24 mesi senza causali.

Ma non solo. "La crescita della domanda di lavoro - prosegue ancora il rapporto - è stata complessivamente più marcata nelle regioni centro‐settentrionali, dove nei primi due mesi del 2023 si è concentrato oltre l'80 per cento dei posti di lavoro creati. Le regioni meridionali hanno tuttavia superato il sostanziale ristagno della seconda metà del 2022, registrando una dinamica occupazionale in lieve espansione". Insomma, il Paese continua a viaggiare a due velocità.

Sullo sfondo resta, nitido, il problema dei bassi salari.

Il nostro è l'unico Paese in Europa in cui, fra il 1990 e il 2020, i salari medi sono diminuiti: -2,9%. Nello stesso periodo, in Germania e Francia questi sono cresciuti - rispettivamente - del 33,7% e del 31,1%. In Italia, "l'impennata inflazionistica ha eroso i salari con una riduzione di quasi 6 punti percentuali nel 2022 che è più che doppia rispetto alla media dei paesi dell'Unione europea" scrive l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) nel Rapporto mondiale sui salari 2022/2023.

Per fronteggiare il caro prezzi e aiutare lavoratori e famiglie, in Germania, Francia e Spagna i governi hanno aumentato il salario minimo. In Italia ciò non è stato possibile: infatti, siamo uno dei 6 Stati Ue a non avere una soglia minima legale fissata per legge. E si vede.

Twitter: @GiorgioVelardi

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