Così il governo abbandona i lavoratori fragili della PA

02.01.2024

È stato un Capodanno amaro per i lavoratori fragili della Pubblica amministrazione. Per loro, difatti, il Governo ha deciso di non prorogare lo smart working: la normativa, introdotta dal governo Conte II all'inizio della pandemia di Covid-19 e successivamente estesa, aveva validità fino al 31 dicembre 2023 e non è stata prolungata né con la legge di Bilancio né con il decreto Milleproroghe.

Una scelta che ha gettato nel caos migliaia di persone affette da patologie croniche, e dunque maggiormente esposte al rischio di contagio da Covid-19.

Per il ministro per la PA Paolo Zangrillo "la pandemia è finita". "Credo che le misure emergenziali come il lavoro agile per fragili e under 14 - ha detto il 2 gennaio 2024 in un'intervista al Messaggero - debbano rientrare". Concetto già espresso da Zangrillo lo scorso 29 dicembre, giorno in cui ha firmato una direttiva indirizzata a tutte le amministrazioni dov'è scritto che "nell'ambito dell'organizzazione di ciascuna amministrazione" sarà "il dirigente responsabile a individuare le misure organizzative che si rendono necessarie" per salvaguardare i soggetti più esposti a situazioni di rischio per la salute.

L'impennata di casi di influenza e Covid avrebbe dovuto suggerire maggiore prudenza. Per il virologo Fabrizio Pregliasco ci troviamo nella fase più critica delle infezioni respiratorie: "Una combinazione tra l'influenza tradizionale e le nuove varianti del Covid". L'Inail, ad esempio, ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2024 il lavoro agile per i suoi dipendenti affetti da gravi patologie proprio "in considerazione del perdurare dei casi di infezione da Covid-19".

Per tale motivo, la stessa direttiva ha incontrato le critiche dei diretti interessati. "Mentre finora c'è stata la proroga con legge o decreto legge sia per il pubblico che per il privato, con stanziamento di soldi per il pubblico per chi eventualmente deve essere sostituito in presenza, come gli insegnanti, questa volta la proroga è stata fatta per il privato con la legge di conversione del decreto Anticipi mentre per il pubblico è stata fatta solo una direttiva (quindi una norma che non ha valore di legge) che dispone che venga stipulato un contratto di lavoro agile per chi ha gravi patologie in deroga dell'obbligo di prevalenza della presenza" ha scritto Daniela B. su Facebook: "Questo inevitabilmente comporterà che ognuno dovrà attendere i tempi biblici delle proprie amministrazioni". Sempre su Facebook, per Luca R. "il Ministro praticamente ha messo noi fragili PA in 'battaglia' con i propri datori di lavoro per avere i propri diritti".

Una proroga della norma fino al prossimo 30 giugno sarebbe costata 3,3 milioni di euro, più o meno la somma di tre "mancette" inserite dalla maggioranza nella Manovra durante il passaggio parlamentare: 2,4 milioni fino al 2026 per ampliare i campi del Golf Club di Asiago, 450mila euro per un'associazione del terzo settore di Melilli (Siracusa) dove abita una senatrice di Forza Italia e, dulcis in fundo, 500mila euro per l'Osservatorio nazionale del lavoro pubblico voluto proprio da Zangrillo, che, almeno nelle intenzioni, non avrebbe dovuto comportare maggiori oneri per la finanza pubblica.

Ma con il governo Meloni non era "finito il tempo degli sprechi"?

Twitter: @GiorgioVelardi

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