Più contratti precari, calano i tempi indeterminati: ecco i primi effetti del decreto Lavoro

23.09.2023

Giovedì 21 settembre 2023, l'Inps ha pubblicato i dati dell'Osservatorio sul precariato, riferiti al semestre gennaio-giugno. A fronte di 4.287.400 assunzioni attivate e di 3.286.132 cessazioni, gli organi di stampa, in primis quelli vicini alla Destra, hanno sintetizzato la notizia così: "Nei primi sei mesi saldo positivo di un milione di contratti".

Se ci si focalizza sui nuovi rapporti di lavoro, però, la realtà è meno rosea di quanto sembri. E, soprattutto, viene smentita la narrazione di governo e maggioranza, secondo cui solo da quando c'è Giorgia Meloni a Palazzo Chigi l'occupazione in Italia ha ricominciato a correre.

Andiamo con ordine. In primo luogo, rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso vi è stata una diminuzione del totale dei contratti attivati. Difatti, questi erano stati 4.341.110 nello stesso periodo di dodici mesi fa e - come detto - sono stati 4.287.440 nel primo semestre 2023: -53.670. Non solo. A fronte di una crescita dei rapporti di lavoro a termine, passati da 1.812.322 a 1.835.972 (+23.650), assistiamo ad una diminuzione di quelli stabili: -47.241. In percentuale, quanti nuovi rapporti di lavoro sono precari? L'83%, visto che appena 729.050 (17%) risultano, per l'appunto, a tempo indeterminato.

Infine, se ci concentriamo sui mesi di maggio e giugno 2023, ossia i primi 60 giorni in cui il decreto Lavoro (varato dal governo il 1° maggio scorso) ha sprigionato i suoi effetti, assistiamo ad un calo delle attivazioni a tempo indeterminato e ad un contestuale aumento di quelle a termine.

Evidentemente, chi denunciava il fatto che questo provvedimento avrebbe fatto da volano al precariato non sbagliava.

Twitter: @GiorgioVelardi

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